Le principali novità del DDL Lavoro 2025: cosa cambia per le aziende

Il DDL Lavoro 2025 rappresenta una svolta significativa nel panorama normativo italiano, introducendo nuove norme in materia di pensionamento, contratti di lavoro, ammortizzatori sociali e agevolazioni fiscali. Queste modifiche rappresentano nuove opportunità, ma anche importanti obblighi da rispettare per i datori di lavori.

Vediamo insieme le novità normative più rilevanti per le aziende in quest’articolo che riprende i contenuti della nostra CIRCOLARE INFORMATIVA N. 5/2025 – Legge di Bilancio 2025.

1. Incentivo al posticipo del pensionamento

Una delle principali novità del DDL Lavoro 2025 riguarda gli incentivi per il posticipo del pensionamento. La legge di Bilancio 2025 rafforza le misure già esistenti, consentendo ai lavoratori che maturano i requisiti per la pensione anticipata (Quota 103) di continuare a lavorare, ricevendo direttamente in busta paga la quota di contributi IVS a loro carico.

Dettagli della misura:

  • I lavoratori con almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi possono rinunciare all’accredito della quota di contribuzione personale.
  • La quota contributiva viene erogata come integrazione salariale, ma tale importo è soggetto a tassazione IRPEF.

Per i datori di lavoro questo significa gestire correttamente i nuovi flussi contributivi e garantire la corretta applicazione fiscale. Inoltre, sarà fondamentale valutare insieme ai lavoratori la convenienza di questa opzione, poiché l’aumento del reddito potrebbe comportare una maggiore pressione fiscale.

2. NASpI: nuove regole per il requisito contributivo

Dal 1° gennaio 2025 è entrato in vigore un nuovo requisito contributivo per accedere alla NASpI, volto a limitare gli abusi e a garantire una maggiore equità nell’erogazione del sussidio di disoccupazione.

La normativa prevede che i lavoratori licenziati, dopo un periodo di dimissioni volontarie o risoluzione consensuale, debbano aver accumulato almeno 13 settimane di contribuzione tra i due eventi per ottenere la NASpI.
Sono esentate le dimissioni per giusta causa o quelle rassegnate durante il periodo di maternità.
I datori di lavoro dovranno monitorare con maggiore attenzione i percorsi contributivi dei dipendenti, soprattutto in caso di nuove assunzioni, per evitare problematiche legate al diritto alla NASpI.

3. Ammortizzatori sociali e sostegno al reddito

Il DDL Lavoro 2025 proroga e amplia diverse misure di sostegno al reddito per le imprese in difficoltà, mirando a ridurre l’impatto sociale delle ristrutturazioni aziendali. Tra le novità più rilevanti segnaliamo:

Cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS):

  • prorogata per 12 mesi nelle aziende che cessano l’attività;
  • possibilità di estensione fino a 24 mesi per le imprese considerate di rilevanza strategica regionale.

Indennità per settori specifici:

  • rifinanziamento di 30 milioni di euro per il settore della pesca e 20 milioni di euro per i lavoratori dei call center.

4. Misure in materia di congedi parentali

L’indennità per il congedo parentale viene innalzata strutturalmente all’80% della retribuzione per 3 mesi, utilizzabili entro il sesto anno di vita del bambino.

L’indennità è concessa sia alla madre che al padre, in alternativa o in frazioni di periodo. In caso di nuclei monoparentali, l’unico genitore può usufruire di tutti i 9 mesi di congedo complessivi.

Le aziende probabilmente dovranno rivedere i piani di gestione del personale per fronteggiare un possibile incremento delle richieste di congedo. La pianificazione preventiva diventa cruciale per garantire la continuità operativa senza interruzioni significative.

5. Decontribuzione per le lavoratrici madri

Il DDL Lavoro 2025 introduce anche un esonero contributivo strutturale per le lavoratrici madri. L’esonero contributivo massimo è di 3.000 euro annui, riparametrati su base mensile. Si applica fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo e, dal 2027, fino al diciottesimo anno per le madri con tre o più figli.

Per le aziende, i benefici sono:

  • una riduzione immediata dei costi previdenziali per le lavoratrici madri aventi diritto.
  • un miglioramento della retention dei talenti femminili, elemento chiave per la diversificazione delle competenze aziendali.

6. Riduzione contributiva per nuovi artigiani e commercianti

Per incentivare nuove attività imprenditoriali, il DDL prevede una riduzione del 50% dei contributi previdenziali per i primi 36 mesi per i nuovi iscritti alle gestioni INPS di artigiani e commercianti.

La riduzione è concessa previa domanda telematica all’INPS e può essere richiesta anche dai collaboratori familiari che si iscrivono per la prima volta.

7. Decontribuzione Sud e ZES

Il DDL prevede anche uno sgravio contributivo per le aziende operanti nelle Zone Economiche Speciali (ZES) del Mezzogiorno.

Lo sgravio dei contributi INPS è del 25% nel 2025, con riduzioni progressive fino al 15% nel 2029, ed è applicabile alle micro, piccole e medie imprese secondo il regime “de minimis”.

Per le grandi imprese, l’accesso è subordinato all’autorizzazione della Commissione Europea.

Le imprese che intendono beneficiare degli sgravi devono monitorare attentamente gli sviluppi normativi e presentare tempestivamente le domande agli enti preposti.

8. Fringe benefit e nuovi limiti di esenzione

I fringe benefit rappresentano un elemento sempre più importante nella strategia di welfare aziendale. Il DDL Lavoro 2025 innalza il limite di esenzione fiscale a 1.000 euro annui (2.000 euro per i dipendenti con figli a carico) per il periodo 2025-2027.

Tra i benefit esenti rientrano:

  • beni e servizi forniti ai dipendenti;
  • rimborsi per utenze domestiche, affitti della prima casa e interessi sui mutui.

Da parte delle aziende, il provvedimento comporta:

  • la gestione accurata delle dichiarazioni dei dipendenti;
  • la verifica della coerenza tra i benefit erogati e i limiti normativi per evitare problematiche fiscali.

I datori di lavoro possono utilizzare i fringe benefit anche come leva per migliorare la soddisfazione e il coinvolgimento dei dipendenti, incentivando la retention e il benessere organizzativo.

9. Tracciabilità delle spese e rimborsi

Dal 2025, per garantire la deducibilità fiscale e la non imponibilità dei rimborsi ai dipendenti, le spese di vitto, alloggio, trasporti e rappresentanza dovranno essere tracciabili.

Cosa prevede la normativa:

  • pagamenti elettronici obbligatori per tutte le spese deducibili;
  • tracciabilità anche per i rimborsi aziendali relativi a spese sostenute dai dipendenti.

Le aziende dovranno quindi adeguare i propri sistemi di gestione delle spese e di contabilità per garantire la conformità alle nuove disposizioni. L’adozione di piattaforme digitali per la gestione delle note spese potrà semplificare il processo.

Competenza e supporto: lo Studio Esterino Cafasso al fianco delle aziende

Le nuove disposizioni del DDL Lavoro 2025 impongono adeguamenti importanti per le aziende, ma rappresentano anche un’opportunità per ottimizzare la gestione del personale e sfruttare le nuove agevolazioni.

Per comprendere al meglio gli impatti delle riforme e garantire la piena conformità normativa, il confronto con esperti del settore può fare la differenza.

Lo Studio Esterino Cafasso è a disposizione per approfondire ogni aspetto e offrire il supporto necessario alle imprese che vogliono affrontare queste novità con consapevolezza e strategia.