Assicurazione obbligatoria contro le catastrofi: cosa devono sapere le imprese

Il tema dell’assicurazione obbligatoria contro le catastrofi naturali è ormai al centro dell’attenzione, anche alla luce dell’ultimo decreto-legge approvato durante il Consiglio dei Ministri del 28 marzo 2025, che ha posticipato l’entrata in vigore dell’obbligo originariamente fissato al 31 marzo dalla Legge di Bilancio 2024 (Legge 30 dicembre 2023, n. 213) e regolamentato dal Decreto 30 gennaio 2025, n. 18.

L’obiettivo di questo provvedimento è garantire alle imprese operanti in Italia – siano esse italiane o straniere, purché con una sede operativa nel nostro Paese – di tutelarsi dagli effetti di eventi naturali estremi come terremoti, alluvioni, frane o inondazioni.

Di seguito analizziamo tutti i punti fondamentali di questa nuova normativa, che diventa un tassello fondamentale nel risk management aziendale, specialmente in un Paese a elevata vulnerabilità sismica e idrogeologica come l’Italia.

Perché un’assicurazione obbligatoria contro le catastrofi naturali?

Negli ultimi anni, l’Italia ha assistito a un incremento significativo della frequenza e dell’intensità di eventi estremi, in particolare legati al cambiamento climatico e alla vulnerabilità sismica del territorio.

Venti forti, precipitazioni improvvise e concentrate, esondazioni e inondazioni stanno diventando sempre più comuni, causando danni ingenti e improvvisi a strutture aziendali, impianti e scorte.

A ciò si aggiunge il rischio sismico, sempre attuale in un Paese geologicamente fragile come il nostro, dove i terremoti possono compromettere la continuità operativa, con ricadute che si propagano lungo l’intera filiera produttiva.

Le finalità della misura

L’obiettivo della normativa è duplice: da un lato, proteggere gli investimenti effettuati dalle imprese su fabbricati, impianti e attrezzature; dall’altro, favorire una ripresa tempestiva e strutturata delle attività in seguito a eventi catastrofali.

L’adozione di una copertura assicurativa adeguata non rappresenta solo un adempimento normativo, ma una scelta strategica per garantire continuità operativa e accesso a misure di sostegno pubblico. Infatti, pur in assenza di sanzioni dirette, il mancato adeguamento può comportare l’esclusione da contributi, sovvenzioni e agevolazioni fondamentali in contesti emergenziali.

Nuove scadenze differenziate per le imprese

Il decreto-legge approvato durante il Consiglio dei Ministri del 28 marzo 2025 introduce scadenze differenziate per l’adeguamento alla normativa, basate sulla dimensione aziendale:

• Grandi imprese: obbligo in vigore dal 1° aprile 2025 e nessuna sanzione fino al 30 giugno 2025.

• Medie imprese: scadenza prorogata al 1° ottobre 2025.

• Piccole imprese: obbligo effettivo dal 1° gennaio 2026.

Questa struttura scaglionata consente alle aziende di pianificare l’adeguamento con maggiore flessibilità, valutando attentamente le opzioni assicurative e implementando le misure necessarie senza incorrere in inadempienze immediate.

Quali aziende devono sottoscrivere l’assicurazione per i rischi catastrofali?

La normativa si applica a tutte le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, iscritte al Registro delle Imprese ai sensi dell’art. 2188 del codice civile.

Sono escluse le imprese agricole (art. 2135 c.c.).

La polizza deve essere stipulata tenendo conto della proprietà dell’immobile:

• Aziende proprietarie dell’immobile: devono includere nella copertura il fabbricato e i beni strumentali (macchinari, impianti e attrezzature).

• Aziende in immobili in affitto: devono assicurare almeno il contenuto, ovvero macchinari, impianti e attrezzature.

Quali sono i costi per le aziende?

Il legislatore ha previsto delle fasce indicative di copertura, basate sull’ammontare dei danni materiali subiti dall’azienda in seguito a un evento catastrofale:

• Fino a 1 milione di euro di danni: indennizzo previsto al massimo del 100%;

• Tra 1 e 30 milioni di euro di danni: rimborso minimo del 70%, con franchigia del 15%;

• Oltre 30 milioni di euro di danni: copertura definita liberamente tra le parti, solitamente destinata ad aziende con fatturati superiori a 150 milioni di euro e più di 500 dipendenti.

Cosa fare per essere in regola?

È importante controllare:

  • la tipologia di eventi inclusi nella polizza stipulata,
  • i massimali assicurati,
  • le franchigie applicate,
  • le esclusioni eventualmente previste.

Un’analisi comparata tra quanto già sottoscritto e quanto richiesto dalla normativa consente di individuare eventuali carenze e procedere, se necessario, a un aggiornamento tempestivo, così da non compromettere l’accesso a contributi e benefici in caso di emergenze future.

Come prevenire i rischi catastrofici: qualche consiglio per le imprese

Oltre alla sottoscrizione di una polizza assicurativa obbligatoria, le imprese devono adottare un approccio proattivo nella gestione dei rischi catastrofici. La prevenzione, infatti, gioca un ruolo cruciale nel ridurre l’impatto di eventi estremi e garantire la continuità operativa.

È fondamentale implementare misure preventive adeguate, come la messa in sicurezza degli edifici e degli impianti, l’adozione di sistemi di allerta precoce, la formazione del personale in materia di gestione delle emergenze e la predisposizione di piani di evacuazione.

Bandi regionali e nazionali per la prevenzione dei rischi

Oltre alle coperture assicurative, è sempre utile verificare la possibilità di accedere a bandi regionali o nazionali per la prevenzione dei rischi. Alcune Regioni offrono contributi a fondo perduto o finanziamenti agevolati per interventi di messa in sicurezza sismica, bonifiche idrogeologiche e miglioramenti strutturali. Informarsi su queste opportunità può ridurre notevolmente i costi di adeguamento e garantire una maggiore protezione all’azienda.

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