Le auto aziendali concesse in uso promiscuo rappresentano da anni una delle forme più diffuse ed efficaci di fringe benefit nel mondo del lavoro. Sono uno strumento strategico sia per migliorare la mobilità dei dipendenti che per attrarre e fidelizzare le risorse umane più qualificate, offrendo un vantaggio economico concreto e un riconoscimento professionale tangibile.
Il loro impatto sul piano fiscale e retributivo è stato a lungo regolato da norme relativamente stabili. Tuttavia, con l’avvento della Legge di Bilancio 2025 (L. 207/2024) e del Decreto Bollette (D.L. 19/2025), il regime fiscale delle auto aziendali cambia radicalmente, con l’obiettivo di promuovere la mobilità sostenibile e ridurre l’impatto ambientale del parco veicoli aziendale. Un cambiamento che le imprese devono conoscere a fondo per evitare errori e massimizzare i vantaggi.
Tassazione delle auto aziendali: cosa cambia dal 2025
A partiredal 1° gennaio 2025, il legislatore ha introdotto tre regimi fiscali distinti, in base alla data di immatricolazione del veicolo, alla stipula del contratto di concessione e alla data di effettiva assegnazione al dipendente.
Regime ordinario dal 2025: criterio basato sull’alimentazione
Il calcolo del fringe benefit per un’auto aziendale in uso promiscuo si basa sul costo chilometrico ACI annuo, considerando una percorrenza convenzionale di 15.000 km. A questo valore si applicano le seguenti percentuali, che variano in base alla motorizzazione:
- 10% per le auto elettriche a trazione esclusiva;
- 20% per le ibride plug-in (PHEV);
- 50% per tutte le altre motorizzazioni, incluse benzina, diesel, GPL, metano, e ibridi HEV (ibridi non ricaricabili).
Questo nuovo approccio, a differenza del precedente, non tiene conto delle emissioni di CO₂ del singolo veicolo, ma classifica le auto in base alla loro tecnologia di alimentazione. L’obiettivo rimane lo stesso: incentivare la scelta di veicoli a minor impatto ambientale, rendendo più oneroso l’utilizzo di motorizzazioni tradizionali e favorendo la transizione ecologica del parco auto aziendale.
Regime transitorio: clausola di salvaguardia fino a giugno 2025
Per i veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e consegnati entro il 30 giugno 2025, resta applicabile il vecchio regime, basato sulle emissioni di CO₂, secondo le seguenti fasce:
- 25% per emissioni fino a 60 g/km
- 30% da 61 a 160 g/km
- 50% da 161 a 190 g/km
- 60% oltre 190 g/km
Questo consente alle aziende che hanno pianificato gli ordini in tempo di continuare ad applicare le percentuali precedenti, evitando un aumento improvviso dell’imponibile fiscale.
Regime analitico per assegnazioni dal 1° luglio 2025
Per i veicoli immatricolati o ordinati nel 2024 ma assegnati dopo il 30 giugno 2025, non si potrà accedere né al vecchio regime né a quello semplificato. In questi casi, secondo l’Agenzia delle Entrate (Interpello 192/2025, Circolare 10/E), il fringe benefit deve essere calcolato secondo il criterio del valore normale previsto dall’art. 51, comma 3 del TUIR.
Cosa comporta il nuovo calcolo del “valore normale”
Il metodo del valore normale implica un calcolo analitico del benefit: si parte dal canone di leasing o noleggio lordo, da cui va detratta la quota di utilizzo aziendale, documentata tramite chilometri effettivi percorsi per ragioni lavorative, calcolati con le tariffe ACI.
La formula suggerita dall’Agenzia delle Entrate è:
Valore del benefit = (km personali / km totali) × valore normale lordo
Per applicare correttamente questo metodo, le aziende devono predisporre strumenti di rilevazione accurati: registri delle percorrenze, fogli di viaggio, sistemi di tracciamento GPS, o altra documentazione fiscalmente rilevante.
È importante sottolineare che non è ammesso un calcolo forfettario, come ad esempio l’uso di rapporti settimanali (es. 2 giorni su 7). In assenza di documentazione, l’intero valore del canone potrebbe essere tassato, con effetti significativi sulla busta paga del dipendente.
Perché questa riforma è dirompente
Questa riforma segna un vero e proprio cambio di paradigma: non sono più le emissioni a determinare la convenienza fiscale, ma la tecnologia del veicolo. Le aziende che scelgono mezzi elettrici o PHEV si troveranno in una posizione di vantaggio competitivo anche dal punto di vista della tassazione del personale.
Grazie al regime transitorio, molte imprese potranno pianificare una transizione graduale, evitando impatti immediati e sfruttando i benefici del regime precedente per qualche mese in più.
Suggerimenti operativi per le aziende
Per orientarsi con successo nel nuovo scenario, le aziende dovrebbero:
- Analizzare la propria flotta aziendale, verificando la data di stipula dei contratti e la data di consegna/assegnazione;
- Valutare l’impatto fiscale per ogni tipologia di veicolo, utilizzando le tabelle ACI 2025 aggiornate;
- Pianificare la transizione verso l’elettrico o ibrido plug-in, considerando anche incentivi statali e risparmio fiscale;
- Predisporre policy aziendali documentate, che chiariscano l’uso promiscuo e le modalità di registrazione delle percorrenze
L’importanza di un supporto consulenziale altamente specializzato
Nel 2025, il fringe benefit legato alle auto aziendali smette di essere una semplice agevolazione accessoria: diventa un terreno delicato, in cui fiscalità, sostenibilità e comunicazione interna si intrecciano. Il rischio di errori o interpretazioni errate è elevato, e può generare impatti economici rilevanti, sia per l’azienda che per i lavoratori coinvolti.
Queste novità evidenziano quanto sia strategico affidarsi a professionisti esperti in diritto del lavoro e fiscalità aziendale.
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